Lombardia Carne, storia della più longeva fiera Rovatese

Le origini del mercato di Rovato Il mercato del bestiame rovatese ha radici molto antiche.

Le Prime Tracce

Le prime tracce di un’esposizione periodica di animali risalgono all’età longobarda (tra la fine del V e l’inizio del IX secolo dopo Cristo).
Questa popolazione nomade proveniente dall’Europa dell’est per prima creò un piccolo mercato nel piazzale antistante alla chiesa di S. Michele, sul Montorfano.
Durante il Medioevo, ancora, mandriani, nomadi e pastori provenienti dalla Valtellina e dalla Val Camonica conducevano le mandrie di bestiame sulla piazza rovatese e da qui si sono gettate le basi per la creazione di un mercato stabile di bestiame. Nell’anno 1480 si registra un momento di grande rinascita commerciale che fa seguito all’invasione di cavallette avvenuta nel 1477 (che distrugge la maggioranza dei raccolti nell’area agricola rovatese). Scomparse le cavallette, riappare a Rovato il fantasma della peste che, negli anni 1478-1479, paralizza il flusso delle merci andando a gravare negativamente anche sull’economia locale.
Le botteghe di Rovato (come testimonia il Racheli) chiudevano, si proibiva l’accesso ai templi sacri, ci si barricava in casa per il timore del contagio.

Nel 1480

Il paese rifiorisce e, mentre viene restaurato il castello munito di cinque torrioni, contemporaneamente s’inaugura anche il mercato del lunedì.
Una nuova conferma dell’esistenza del mercato si trova nella Ducale del 5 luglio del 1517, con la quale il Doge conferma a Rovato il diritto di tenere il mercato di bestiame ogni settimana.
Pur accogliendo diversi tipi di merci, il mercato di Rovato diviene punto di confluenza fra il commercio di bestiame e di carne della Val Camonica e della Franciacorta.
Il paese acquisisce una notevolissima importanza sotto il profilo commerciale e diviene il centro di scambio delle merci più importante della Franciacorta.
Le attività commerciali si fanno talmente fitte che i rettori di Brescia, nel 1617, emettono un’ordinanza che impone pesanti dazi sul bestiame e che prevede provvedimenti penali pecuniari (una multa di duecento ducati) per coloro che vendono i loro capi senza un regolare contratto di vendita. Con il passare del tempo però le disposizioni delle autorità preposte cadono nel vuoto, tanto che,
nel diciannovesimo secolo, il bestiame affluisce senza alcuna certificazione, con il solo onere di venti centesimi da pagare per ciascun capo venduto.

Il Mercato.

Il mercato vive un breve periodo di crisi e viene interrotto durante il periodo della Repubblica Cisalpina, ma con un decreto emesso da Napoleone è subito riconfermato.
Durante i primi anni dell’Unità d’Italia il commercio riprende quota, favorito dalla formazione parallela del mercato nazionale e dalla legge sui mercati vagliata nel 1866.
Entra così in vigore una regolamentazione giuridica relativa ai traffici commerciali. Gli archivi conservano manifesti con le prime norme introdotte nel 1868 dall’Amministrazione comunale.
Nei documenti viene citata anche l’istituzione della prima edizione de la: “Fiera di bestiame, formaggio e merci di qualsiasi altro genere” del 6-7-8-9 luglio 1868.
Il Racheli, nel 1894, a proposito del mercato di Rovato scrive “a mattina ed a sera della piazza trovi nuovi mercati, venditori di burro, di stracchini, di formaggio, cappellai, fruttivendoli, bottiglierie, osterie, vendite di liquori, trattorie donde esce l’odore delle pietanze”.

Successivamente.

questa fiera, l’unica mobile dell’anno, venne spostata ad ottobre con la partecipazione di numerosi espositori da tutto il Nord Italia.
Nel 1903 le edizioni divennero due: una a marzo e una a settembre.
Altra edizione memorabile è quella del 1913. “Gli scopi di questa manifestazione mirano a diffondere un’immagine positiva della Franciacorta”,
si legge così nell’ articolo di fondo del primo numero (7 settembre 1913) de “La Franciacorta”, il giornale ufficiale di questa esposizione.
Risalgono agli stessi giorni l’inaugurazione dell’acquedotto civico di Corso Bonomelli, il congresso dei commercianti,
industriali ed agricoltori della provincia di Brescia e Bergamo,
l’aggiunta di numerosi stand ed altrettante manifestazioni collaterali alla fiera quali concerti musicali ed esibizioni dell’accademia di ginnastica.

Infine

In una relazione del 1933 si legge: “Ha avuto luogo oggi la fiera annuale dei bovini grassi (fiera di Pasqua) istituita il 26 marzo 1928”.
Ancora. La delibera della Giunta municipale numero 28 dell’11 marzo 1954 afferma:
“Premesso che da oltre un sessantennio ogni anno nel lunedì di passione in questo comune si tiene la fiera del bue grasso,
la quale ha lo scopo di approvvigionare di carni pregiate le mense in occasione della solennità pasquale…”.
Quell’anno, il 5 aprile, la Fiera del Bue e Manzo pasquale si fregia del numero 66.
Dagli anni successivi Lombardia Carne si svolge solitamente 15 giorni prima di Pasqua ed è diventata una delle più importanti manifestazioni del settore zootecnico e agricolo del Nord Italia.

 

Tratto da www.lombardiacarne.it

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